"Araby" è un sostantivo.
/ˈɛr.ə.bi/
"Araby" è comunemente associato a diversi significati, ma il più noto è quello di un mercato o fiera ispirato all'Oriente, evocando immagini esotiche. In particolare, il termine è celebre grazie al racconto "Araby" di James Joyce, presente nella sua raccolta "Dublínesi", dove viene esplorato il tema delle illusioni e delle delusioni giovanili. Il termine è utilizzato sia nel parlato che nello scritto, sebbene più frequentemente in contesti letterari.
Ero affascinato dalle immagini e dai suoni di Araby durante il mio viaggio.
The story "Araby" reflects the complexities of young love and disillusionment.
Il racconto "Araby" riflette le complessità del giovane amore e della disillusione.
She dreamed of visiting Araby and experiencing its vibrant culture.
"Araby" non è comunemente usato in espressioni idiomatiche, ma possiamo esplorare alcune espressioni letterarie e popolari che evocano il senso di meraviglia o disillusione simile a quelle presenti nel racconto di James Joyce.
"Trovare un tesoro in Araby" - Significa scoprire qualcosa di incredibilmente bello o prezioso in modo inaspettato.
"Chasing shadows in Araby" - This phrase suggests pursuing illusions or things that are unattainable.
"Inseguire ombre in Araby" - Questa frase suggerisce di inseguire illusioni o cose irraggiungibili.
"Living in a dream from Araby" - Refers to being lost in a fantasy world.
"Araby" deriva dall'inglese medievale "arabie", che si riferisce alla penisola arabica o ai popoli arabi. Il termine "Arabia" ha le sue radici nel latino "Arabia" e nell'arabo "عَرَب" (ʿarab), che significa "onorati" o "nobili".
Sinonimi: - Bazaar (mercato) - Fair (fiera)
Contrari: - Misery (miseria) - Dullness (noia)
In sintesi, "Araby" è un termine ricco di significato, evocativo di esperienze esotiche e di illusioni sia nella cultura popolare che in quella letteraria.