"An outward glance" è un'espressione composta da un articolo indeterminativo ("an"), un aggettivo ("outward") e un sostantivo ("glance"). Quindi, si tratta di una frase nominale.
/ən ˈaʊt.wərd ɡlæns/
"An outward glance" si riferisce a uno sguardo che è rivolto verso l'esterno, spesso per osservare ciò che si trova al di fuori di sé, invece che verso l'interno. Può implicare una riflessione su ciò che esiste al di fuori della propria esperienza immediata. Questa espressione può essere utilizzata in contesti sia scritti che orali, ma è più comune in contesti scritti, come nella letteratura o nei saggi.
"In an outward glance, she noticed the changing colors of the leaves."
"Con uno sguardo esteriore, notò i colori cangianti delle foglie."
"His outward glance revealed a world filled with possibilities."
"Il suo sguardo verso l'esterno rivelava un mondo pieno di possibilità."
"The artist captured an outward glance of the bustling city in her painting."
"L'artista ha catturato uno sguardo esteriore della città frenetica nel suo dipinto."
"An outward glance" non è tipicamente usato come parte di espressioni idiomatiche molto comuni, ma può essere parte di frasi più ampie che descrivono osservazioni o riflessioni. Ecco alcune frasi esempio:
"Taking an outward glance at the new project, I felt a wave of optimism."
"Prendendo uno sguardo esteriore al nuovo progetto, ho sentito un’ondata di ottimismo."
"An outward glance at the horizon often brings new ideas."
"Uno sguardo verso l'orizzonte spesso porta nuove idee."
"After an outward glance at the crowd, she decided to speak."
"Dopo uno sguardo esteriore alla folla, decise di parlare."
La parola "outward" deriva dall'inglese antico "ūteweard" che significa "verso l'esterno". "Glance", invece, ha radici nell'inglese medio "glancen", che indica il significato di guardare brevemente o in modo casuale.
Questa espressione offre una prospettiva che è utilmente applicabile in contesti di analisi e descrizione, incoraggiando la contemplazione di realtà esterne.