La frase "goods in communion" funge da sostantivo.
/gʊdz ɪn kəˈmjunɪən/
"Goods in communion" si riferisce tipicamente a beni o risorse condivise tra individui o gruppi che ne fanno uso congiunto. Questa espressione è utilizzata principalmente nel contesto legale, sociale o religioso, dove il concetto di comunione implica che i beni siano posseduti o gestiti collettivamente.
Questa espressione è meno comune nel linguaggio parlato quotidiano e tende ad apparire più spesso nel linguaggio scritto, in particolare nei testi legali o nei discorsi accademici. La sua frequenza di utilizzo è comunque relativamente bassa.
La comunità stabilì regole per la gestione dei beni in comunione.
In many cultures, goods in communion often symbolize unity and shared values.
In molte culture, i beni in comunione simboleggiano spesso unità e valori condivisi.
The organization focuses on the proper distribution of goods in communion among its members.
"Goods in communion" non è comunemente associato a molte espressioni idiomatiche. Tuttavia, può essere utilizzato in contesti in cui si discute di condivisione e comunità. Ecco alcune frasi che integrano concetti simili:
Vivere insieme significa condividere i beni in comunione, favorendo un senso di appartenenza.
When facing a crisis, sharing goods in communion can strengthen community bonds.
Di fronte a una crisi, condividere beni in comunione può rafforzare i legami comunitari.
In a successful partnership, the concept of goods in communion plays a crucial role.
La parola "goods" deriva dall'inglese antico "god" che significa "proprietà" e indicava beni materiali. "Communion" proviene dal latino "communio", che significa "comunione", di "communis", ovvero "comune". La combinazione di queste due parole sottolinea l'idea di possesso condiviso.
Questa espressione è fondamentale nel dibattito sui diritti di proprietà e il ruolo della comunità nei beni condivisi.