Sostantivo.
/hɛˈɾe.xe/
La parola "hereje" si riferisce a una persona che sostiene opinioni considerate eretiche o contrarie alla dottrina ufficiale di una religione, in particolare nel contesto del Cristianesimo. È utilizzata anche in un contesto più ampio per indicare qualcuno che sfida le idee, i principi o le credenze comunemente accettati.
La frequenza d'uso di "hereje" è abbastanza elevata, soprattutto nei contesti religiosi o filosofici. Può essere utilizzata sia nel parlato che nel contesto scritto, ma è più comune nel linguaggio formale e accademico.
El hereje fue condenado por sus creencias diferentes.
(L'eretico fu condannato per le sue credenze diverse.)
Muchos lo consideraban un hereje por cuestionar las enseñanzas tradicionales.
(Molti lo consideravano un eretico per aver messo in dubbio gli insegnamenti tradizionali.)
En la época medieval, ser hereje podía significar la muerte.
(Nell'epoca medieval, essere eretico poteva significare la morte.)
La parola "hereje" è meno comune in espressioni idiomatiche specifiche, ma può essere utilizzata in alcune frasi per descrivere situazioni dove qualcuno è visto come un ribelle o un pensatore divergente:
No tengas miedo de ser hereje si lo que piensas es la verdad.
(Non avere paura di essere un eretico se ciò che pensi è la verità.)
En un mundo de conformistas, ser hereje es un acto de valentía.
(In un mondo di conformisti, essere eretico è un atto di coraggio.)
Los herejes de la ciencia a menudo han abierto nuevos caminos al conocimiento.
(Gli eretici della scienza spesso hanno aperto nuove strade alla conoscenza.)
La parola "hereje" deriva dal latino "haereticus", che a sua volta proviene dal greco "hairetikós", cioè "capace di scegliere", da "haírei" che significa "scegliere". Questo riflette l'idea che un eretico sceglie una credenza diversa da quella ufficiale.
Sinonimi: - Eretico - Dissidente - Nonconformista
Contrari: - Ortodosso - Conformista - Aderente